Retinopatia diabetica in gravidanza.
Il diabete gestazionale è caratterizzato da un livello elevato di glucosio nel sangue, che si determina durante la gravidanza e di solito scompare dopo il parto. Il diabete gestazionale può causare problemi alla mamma e al bambino, sia durante la gravidanza che dopo il parto e, tra le sue possibili conseguenze, c’è lo sviluppo della retinopatia diabetica (RD) o il peggioramento di una RD già esistente.
I fattori di rischio che possono influenzare lo sviluppo e la progressione della RD durante la gravidanza sono lo scarso controllo glicemico durante la gestazione, la maggiore durata del diabete prima del concepimento, la rapida normalizzazione dell’emoglobina glicata (HbA1c) all’inizio della gravidanza, l’ipertensione e la preeclampsia. Invece, se la RD è già presente, lo stadio e la gravità della RD al momento del concepimento hanno un impatto sulla progressione della malattia durante la gravidanza, poiché la progressione è più significativa nelle donne in gravidanza con forme moderate o gravi di RD, rispetto a quelle con RD lieve o assente. In particolare, gli studi hanno mostrato che il 55% delle donne in gravidanza con RD da moderata a grave e il 21% delle donne con RD di grado lieve vanno incontro a un peggioramento e che nel 9,8% dei casi si osserva una progressione verso la malattia proliferativa. I casi più gravi, che non si risolvono nel primo anno post-partum, possono portare alla perdita della vista.
Lo screening per la RD è un aspetto molto importante della gestione del diabete gestazionale, in quanto mira a rilevare la patologia precocemente e ad avviare un trattamento tempestivo per prevenire la perdita della vista.
Durante tutto il periodo della gravidanza dovrebbe essere eseguita una valutazione oculistica completa e mantenuto uno stretto controllo glicemico.
Per quanto riguarda il trattamento della RD in gravidanza, l’avvento della chirurgia laser ha permesso di gestire questa condizione in modo efficace, mentre la possibilità di un intervento chirurgico dovrebbe essere rimandata a dopo il parto o eseguita in anestesia locale, non prima del trimestre precedente la nascita.